Festival dell’Ospitalità
Alla sua VII edizione, il Festival dell’Ospitalità si propone di riflettere sulla nuova dimensione dell’abitare alla luce del rapporto tra individuo, genius loci e trasformazione tecnologica.
Come dice Agamben abitare significa “creare, consolidare e intensificare abiti e abitudini, modi di essere e di vivere”.
In una prospettiva turistica la sfida diventa far coesistere questi modi d’essere e di vivere in modo che si sostengano a vicenda nel rispetto dell’ecosistema e dei bisogni di tutti.
L’abitare aumentato – ovvero la dilatazione della nostra percezione delle relazioni che viviamo su più spazi sovrapposti e interconnessi – richiama alla mente la transarchitettura di Novak per il quale lo spazio digitale diventa “un habitat per e dell’immaginazione” e l’esigenza dei nostri corpi di avere luoghi sicuri dove costruire relazioni virtuose.
Se la realtà aumentata – destinata a diventare pervasiva – arricchisce la realtà sensoriale di dati digitali permanenti, l’abitare aumentato diventa la capacità di vivere questi stimoli attraverso buone prassi condivise che siano a favore del buon vivere e non promozione costante di prodotti da consumare.
Così gli spazi liquidi del virtuale si innestano nelle nostre destinazioni ospitali con l’obiettivo di creare una nuova casa che sia viva perché vissuta in modo consapevole e riabilitare i luoghi come spazi funzionali alla vita sociale. Alla sua VII edizione, il Festival dell’Ospitalità si propone di riflettere sulla nuova dimensione dell’abitare alla luce del rapporto tra individuo, genius loci e trasformazione tecnologica. Siamo dentro un viaggio aumentato alla continua ricerca di un “sentirsi a casa” spinti dal desiderio di riappropriarci di un’essenza perduta, di valori universali e senza tempo, di tradizioni che raccontano un mondo che sentiamo pulsare nelle nostre vene ma che ci sfugge dalle mani.
La spinta verso il futuro ci riporta nel passato e come in una spirale ci mostra che l’innovazione è il rinnovamento della tradizione, della memoria. Radici e rami fanno parte dello stesso albero. Sono imprescindibili perché insieme hanno uno scopo.
Le comunità residenti accolgono nuovi viaggiatori alla continua ricerca di angoli remoti e autentici in cui abitare. Viaggi alla ricerca di luoghi dell’anima in cui incontrare e esperire l’Altro per ritrovare se stessi.
Un ritmo naturale – segno di una perfetta immanenza e promessa di risonanza – ci ricorda costantemente della vita che si muove dentro e attorno a noi.
Tra un ospite che arriva ed un ospite che accoglie, c’è una Via.
Tra l’esperienza di un viaggio e il ricordo, c’è la potenza del Luogo.
Tra la partenza e il ritorno – la Destinazione.
Per accogliere un mondo sempre più aumentato é necessario aumentare l’intensità e l’estensione della nostra umanità – le nostre visioni e i nostri valori – per rielaborare il significato delle nostre comunità e l’anima dei luoghi.
Alla continua ricerca delle nostre radici, riprogettiamo nuovi modi di viaggiare ospitando l’Altro.